Centro Culturale Ararat { 42 images } Created 19 Feb 2024
Il Centro socio-culturale kurdo Ararat, nasce nel maggio 1999 a Roma, in occasione del workshop di Stalker con la comunità curda per la Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo in collaborazione con il Villaggio Globale, in un edificio in disuso dell’ex Mattatoio nell’antico quartiere di Testaccio.
Al Centro, nato sotto il Monte Testaccio, è stato dato il nome del “monte Ararat” (Anatolia, lago Van) in cui, secondo la tradizione biblica, si arenò l’Arca di Noè scampata al diluvio universale.
Il Centro socio-culturale Ararat è diventato uno spazio di accoglienza e di ospitalità. Più che un luogo, un bene comune a disposizione della città dove sperimentare forme di condivisione tra attività artistiche e culturali, solidarietà civile e trasformazione del territorio, oltre a promuovere corsi di lingua curda e italiano, corsi di danza curda e sala cinema, ad ospitare iniziative di varia umanità e partecipare ad eventi in diversi spazi sociali.
La costruzione del Centro Ararat è stata possibile negli anni grazie allo sforzo dei profughi curdi che vi trovano accoglienza, dell’associazione Azad, del Villaggio Globale, dell’Associazione Senza Confine, di Stalker, di UIKI, della Rete Kurdistan romana e delle decine di associazioni sociali, sindacali, politiche e della solidarietà, di artisti e di studenti, che si prodigano attivamente a sostegno nella città.
Al Centro, nato sotto il Monte Testaccio, è stato dato il nome del “monte Ararat” (Anatolia, lago Van) in cui, secondo la tradizione biblica, si arenò l’Arca di Noè scampata al diluvio universale.
Il Centro socio-culturale Ararat è diventato uno spazio di accoglienza e di ospitalità. Più che un luogo, un bene comune a disposizione della città dove sperimentare forme di condivisione tra attività artistiche e culturali, solidarietà civile e trasformazione del territorio, oltre a promuovere corsi di lingua curda e italiano, corsi di danza curda e sala cinema, ad ospitare iniziative di varia umanità e partecipare ad eventi in diversi spazi sociali.
La costruzione del Centro Ararat è stata possibile negli anni grazie allo sforzo dei profughi curdi che vi trovano accoglienza, dell’associazione Azad, del Villaggio Globale, dell’Associazione Senza Confine, di Stalker, di UIKI, della Rete Kurdistan romana e delle decine di associazioni sociali, sindacali, politiche e della solidarietà, di artisti e di studenti, che si prodigano attivamente a sostegno nella città.