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24 imagesAhmed Kharif nasce a Khouribga agli inizi degli anni 60’ da una ricca famiglia di commercianti. Ha una formazione letteraria in Belgio e prosegue gli studi nella facoltà di Damasco dove inizia anche delle collaborazioni letterarie con giornali e si innamora di una giovane siriana. Il padre padrone lo richiama a casa in Marocco dove ha gia progettato un futuro alla corte del re Hassan II: “ a fare il baciamano al re per uno come me che ha studiato Filosofia è come uccidersi…” Il lavoro di fatto non si concretizza e Ahmed sogna di insegnare a scuola, ha un buon contatto con un siriano rifugiato che ha fatto una fortuna con una scuola privata a Rabat, ma il padre irrompe nuovamente nella sua vita e lo mette su un aereo per l’Italia, siamo nel 1990. Da più di 20 anni è a Roma e da 15 vive nello scheletro di una casa abusiva sull’Ardeatina, a due passi dal santuario del Divino Amore, dove ha raccolto migliaia di libri. In tutti questi anni ha provato a tenere rapporti che lo mantenessero in contatto con la sua passione, ha lavorato come insegnante di arabo, una giornalista inglese le ha regalato recentemente due pannelli solari che usa per ricaricare il cellulare e per leggere la sera (ora sta rileggendo un libro di Aristotele sull’amicizia). Ma non c’è nulla di buono in tutti questi anni passati in Italia : “ mi ritrovo a fare il barbone.”
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29 images" decido di andare a Roma, perché a Roma c’era il mondo del cinema ". "Nel 1980 mia madre muore .... Per pagare la sepoltura di mia madre divento cartomante facendomi fare un tavolino di cartone da persone che erano artisti di strada ...". " ... vado ai funerali per farmi notare...Patrizia mi aveva regalato una giacca ... Grazie a lei ho cominciato a lavarmi e “sbarbarmi”.
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29 images"Porto i libri nei paesi dove non si legge più". Antonio La Cava, maestro in pensione originario di Ferrandina, noto per aver inventato un nuovo modo di promuovere la lettura con il suo “bibliomotocarro”. È stato tra le 33 personalità premiate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana con precise parole: "per l'impegno profuso, nel corso della sua vita, nella promozione del valore della cultura". Dopo 42 anni trascorsi ad insegnare, una volta arrivato alla pensione, il Commendatore La Cava, ha capito che poteva fare ancora qualcosa di importante per avvicinare i bambini alla lettura. Un’idea nata nell’ottobre 1999 per richiamare l’attenzione sulla crescente disaffezione nei confronti del libro da parte, soprattutto, delle nuove generazioni. Così ha acquistato un'Ape usata e l'ha trasformata in una biblioteca itinerante, che può ospitare fino a 700 libri. Da oltre venti anni la sua vita è diventata una missione in nome della cultura. A bordo di uno speciale tre ruote-biblioteca ambulante, porta libri ai bambini delle scuole elementari dei paesi più piccoli e isolati della Lucania, dove spesso, non ci sono biblioteche o librerie.
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15 imagesBernardo Esquer, attivista e personalita riconosciuta nella comunita indigena Majo, sulla costa pacifica dello stato messicano di Sinaloa. Da anni lotta per i diritti civili del suo popolo e contro l'appropriazione di terreni e lo sfruttamento delle risorse naturali in particolare del Rio Fuerte.
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39 imagesQuella di Farid è una storia di immigrazione che vuole raccontare la sua fortissima volontà di migliorare la propria condizione – volontà che è nella stragrande maggioranza dei Migranti – ma anche dell’obbligo della Società di assecondare e favorire questa volontà attraverso delle occasioni reali di integrazione se non si vuole disperdere tutta questa spinta virtuosa. Farid Nazari, ha cercato di ricostruire la sua vita a Roma, una città di recente segnata da legami tra politica e organizzazioni criminali per lo sfruttamento del disagio sociale. Nel 2008, in viaggio da 6 mesi dall’ Afghanistan, Farid appena ventenne arriva a Roma e dorme per 40 notti all’esterno della Stazione Ostiense, poi, lentamente ma inesorabilmente inizia la sua scalata. Attraverso esperienze sociali, culturali e di lavoro riesce a costruire sicurezza personale e riconoscimento sociale. All'inizio del 2015 ha firmato un contratto a tempo pieno come mediatore culturale. Le fotografie lo ritraggono durante la sua esperienza di integrazione sociale alla ricerca di stabilità: insieme con la compagnia teatrale Termini Underground nel musical "Aeneas un hip hop epico", come operatore in un centro di emergenza freddo, con rifugiati richiedenti asilo del centro Aeneas, durante il corso di Italiano al Sant’Egidio, alla guida della sua amata macchina, a casa. Farid Nazari, tried to rebuild his life in Rome, a city recently marked by obscene ties between politics and criminal organization for the exploitation of social distress. In 2008, travelling 6 months from Afghanistan, Farid arrived in Rome. He slept rough for 40 days, then began his climb through out social, cultural and working experiences. At the beginning of 2015 he will sign a full time contract as a cultural mediator helping up asylum seekers. The photographs portray him during his experience of social integration searching stability: along with the theater company Termini Underground in the musical "Aeneas an epic hip hop”, in a cold emergency center and with asylum seekers and refugees, in his beloved car, at home.
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12 imagesGli Stolpersteine (pietre d’inciampo) sono un progetto artistico animato da ragioni etiche, storiche e politiche. Nel 1990, al cospetto di una signora che negava che a Colonia nel 1940 fossero stati deportati 1000 sinti come prova generale per la deportazione degli ebrei, l’artista tedesco Gunter Demnig decide di dedicare la sua vita e il suo lavoro alla memoria di tutti i deportati, razziali, politici, militari, rom e omosessuali, in tutto il mondo - The Stolpersteine (stumbling blocks) are an art project led by ethical reasons, historical and political. In 1990, in the presence of a lady who denied that in Cologne in 1940 had been deported 1,000 Sinti as a dress rehearsal for the deportation of Jews, the German artist Gunter Demnig decides to devote his life and his work to the memory of all deported, racial, political, military, Roma and homosexuals, worldwide.
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14 images“Lica, dove stai?”, la voce di nonna Francesca è forte e chiara, di solito è flebile e un po’ sofferente come a ricordarci i suoi 94 anni, ma quando chiama la sua Lica sembra prendere in prestito la forza di questa piccola e energetica donna rumena che da quasi un anno le sta a fianco giorno e notte. Lica, 57 anni, viene in Italia nel novembre del 2008 lasciando a Focşani, circa duecento chilometri da Bucarest, il marito, il figlio Daniel e la nuora Amina. Ha delle amiche ad Aprilia, in provincia di Roma, che le hanno promesso di aiutarla a trovare lavoro. L’occasione si presenta subito, e dopo pochi giorni dal suo arrivo inizia la sua esperienza italiana di badante. Viene presentata alla famiglia di nonna Francesca e il giorno successivo si trasferisce nel monolocale; una stanza da condividere con la nonna, quando si mangia, si vede la televisione e quando si dorme, ma Lica non si scoraggia e grazie anche ad un bel giardino dove poter trascorrere delle ore all’aria aperta il suo rapporto con la nonna si rafforza giorno dopo giorno e tra loro nasce una vera e propria amicizia. Lo scambio all’inizio è fatto di gesti e di poche parole, ma Lica si fa capire con la dolcezza e con la severità che le persone anziane spesso richiedono. “Ho deciso di partire per guadagnare più soldi, a casa facevo la sarta ma non sarei riuscita mai a mettere da parte abbastanza per realizzare il mio sogno” mi dice tradendo la sua emozione “vorrei riuscire a sistemare una piccola casa in campagna, poco fuori la cittadina di Focşani, per potermi trasferire con mio marito e lasciare così la nostra casetta in città a mio figlio e mia nuora, sono insegnanti e quello che guadagnano non è abbastanza.”
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25 imagesLa casa di Paolo e Isabella si trova a Lavinio lido e con loro vive una famiglia indiana del Punjab di religione Sikh, la signora Amarjeet è la tata della piccola Nina (per tutti ma specialmente per Nina "Amàr"). Con Amarjeet sono il marito Kulwinder e i loro bimbi Preetkamal di 13 anni e Parminder di 9. Kulwinder è arrivato in Italia quasi 9 anni fa restandovi per quattro da clandestino prima di ottenere il permesso di soggiorno, non è riuscito a imparare una parola d'italiano tranne "questura" e permesso. Amarjeet e i bambini l'hanno raggiunto nel 2009 e Amarjeet lavora con Nina dal 2010 inizialmente arrivando tutti i giorni in bicicletta poi, in ottobre, tutta la famiglia si è trasferita occupando una parte della villetta. "A fare i conti sono solo poco più di otto mesi, ma è come se ci fossero sempre stati... " dice Isabella " In questa zona vive un'ampia comunità indiana di religione Sikh, con la nascita di Nina, abbiamo cominciato a pensare di riorganizzare la nostra vita ...". Gli occhi di Isabella hanno la luce dei bei ricordi "... ho pubblicato su Facebook che cercavo una babysitter e tramite il passaparola sono arrivata ad Amarjeet. Dopo un periodo di prova Amar è stata assunta come bambinaia convivente e la famiglia si è trasferita qui da noi. Inizialmente abbiamo più che altro temuto problemi di privacy e di condivisione dello spazio, in realtà le nostre esistenze si sono dimostrate molto simili a parte per quanto riguarda la loro vita religiosa: quello che abbiamo in più rispetto a quando vivevamo da soli noi tre è così tanto da faticare a descriverlo, Amar e la sua famiglia hanno cambiato tutto, con la loro convivialità discreta non mi fanno mai sentire sola. Inoltre sta dando una nuova lingua a Nina, ho chiesto ad Amajeet di comunicare in punjabi per una maggiore facilità dei loro rapporti, credo che nel suo solo esistere possa esprimersi con la lingua madre nel modo più compiuto e al tempo stesso fare a mia figlia un regalo grandissimo ...".
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58 imagesIl sergente Walter Casoni, autista dell'8° Centro Automobilistico, lascia Napoli sul piroscafo "Aventino" alla fine di settembre del 1935. Arriva a Derna sulla costa della Libia, dove rimane stanziato con le truppe dell’esercito coloniale da ottobre a dicembre dello stesso anno. A gennaio 1936 parte per unirsi alla guerra d’Etiopia, attraversando il canale di Suez sul "Conte Grande" e arrivando nel Mar Rosso. Torna in Italia nell'aprile 1937, ma fu richiamato nel 1940, cominciò a fumare 100 sigarette al giorno e a sniffare benzina. Fu riformato per vizio cardiaco e destinato al Ministero della Guerra dove per qualche tempo guidò le auto degli ufficiali. A seguito dell'armistizio dell'8 settembre del 43, restò nascosto in casa fino all'arrivo degli alleati nel giugno del '44, allertando vari sistemi di fuga sui tetti per sfuggire le frequenti "retate" dei tedeschi. Non era un eroe, ma una persona pacifica che desiderava solo vivere una vita tranquilla. Walter Casoni era anche un uomo che amava la Fotografia, le sue immagini raccontano in questa selezione la sua esperienza nella guerra d’Abissinia.